La meditazione della rana zen



La rana zen si recò dal suo prezioso e stimato maestro per chiedergli ragguagli sulla sua pratica meditativa.

- Maestro – esordì – ho la sensazione d'attraversare un acquitrino disgustoso e irto di pericoli. Sono aggressiva. Il mio livello di sopportazione è diminuito parecchio. Basta un nonnulla e mi irrito. Sono così confusa che non riesco più a meditare. Che fare?

- Chiariscimi un po' la tua meditazione. - Cos'è che ti ho insegnato, figliola?

- Maestro – replicò prontamente la rana, evidentemente contenta dalla piega presa dall'insolito discorso – la mia meditazione consiste nell'osservare il respiro, l'aria che entra, quella che esce, le pause. Prendo atto di tutto ciò che accade. Osservo, persino, la difficoltà che provo talvolta a respirare, nonché la paura nel sentirmi più libera, centrata e in sintonia con l'universo quando il respiro diventa prima più fluido, poi via via impercettibile. Ci sono momenti in cui la mia osservazione si fa più precisa. Non osservo più le fluttuazioni del respiro, bensì la mente stessa che genera l'impulso a respirare.

- Figliola, cos'è la meditazione?

- La meditazione vera e propria mi accede quando i pensieri si fermano da sé.

- Perché sei così suscettibile? Rispondi subito!

La rana divenne perplessa. Il maestro l'interrogava sulla soluzione ai suoi stessi problemi. Ma non era lui che avrebbe dovuto risponderle? Tuttavia, senza nemmeno rifletterci ...

- Sono troppo presa dai pensieri. Mi affidato troppo alla mente. Persino i miei giochi si sono trasformati in esercizi mentali.

L'ombra di un rude bastone pronto a colpire si stagliò sull'acciottolato sconnesso dello splendido giardino in cui sedevano.

- Che suggerisci? L'incalzò il venerabile.

- Più contemplazione, maestro. Ammirare in silenzio il sole che sorge. Tener conto della natura. ...

- Non basta. Spingiti oltre!

- Ammirare il cosmo, il creato, l'increato. Ciò che c'era e non esiste più. Quello che potrebbe accadere, ma non avverrà mai. Percepire il presente.

- Non basta. Spingiti oltre!

- Contemplare ciò che non ammette replica. Argomentò sorridente la rana.

E piovve.

Fonte:http://www.meditare.it/racconti/la-meditazione-della-rana-zen.htm

L'ANALISI E LA SINTESI di AIVANHOV



"L'analisi è una discesa nella materia mentre la sintesi è un'ascesa verso lo spirito.
Più si sale, più sfuggono i dettagli delle cose, ma in compenso appare l'insieme e si
percepisce una maggior quantità di fatti e di oggetti; più si sale, più si è obbligati a fare la sintesi.
Grazie a tale sintesi si giunge ad un'unità. poichè si scopre in un principio unico il legame che esiste fra ogni cosa, ed è così che si va verso il sapere.
Il sapere consiste nel guardare da un punto più elevato per avere una visione che spazia su tutte le cose: sapere che apporta potenza, salute e gioia.
La potenza, la gioia e la salute si ottengono solo attraverso l'unificazione di tutte le energie, la loro convergenza verso un'unico punto, là dove non esiste più alcuna biforcazione."

Senza dubbio, questo modo di comprendere l'analisi e la sintesi vi sorprenderà,
poichè mai nessuno le ha definite in questi termini. Tuttavia, la definizione è esatta.

L'analisi è una discesa nella materia; per poter analizzare le cose, una volta entrati in possesso delle stesse, le si deve scomporre per consentirne uno studio approfondito.

Ma a poco a poco la separazione degli elementi finisce per causarne la morte. La
morte, d'altronde, altro non è che l'analisi perfetta.

Quanto alla nascita, questa è, invece, una sintesi: gli elementi si raccolgono,
formano un'unità, ed ecco che nasce il bambino! La nascita del bambino è il simbolo della sintesi di tutte le energie e di tutte le particelle della materia..

La sintesi è la vita, l'analisi è la morte

Ecco perchè la tendenza all'analisi, attualmente così diffusa, è pericolosa.

Per dare un esempio, tutti gli specialisti sono degli analisti.

Essi si fermano su un soggetto, su un organo, trascurando tutto il resto, cioè l'insieme dell'essere umano o dell'universo. Essi marciano quindi verso la morte. E' vero che la specializzazione è necessaria; gli specialisti che conoscono bene i particolari sono necessari.

Ma continuando ad analizzare, si finisce per non vedere più l'insieme.

La scienza lavora sempre più nel campo dell'analisi e scopre delle particelle della
materia sempre più minuscole. Essa scompone, sposta, disintegra....

E' in questo modo che vuole conoscere anche l'essere umano: scomponendolo,
facendolo a pezzi. Tale tendenza alla separazione è fortemente affermata,rinforzata e sottolineata dovunque nelle scienze, tanto da portare a cambiamenti anche nella vita morale, spirituale:
ognuno vuole separarsi. isolarsi dagli altri, ed è così che nascono le ostilità, i partiti e le guerre...

Ecco qual'è il risultato dell'analisi.

E se prendiamo in considerazione le nazioni, notiamo che il patriottismo è molto
spesso una manifestazione di questa filosofia dell'isolamento universale.
Tutti propendono verso l'analisi: DIVIDERE, SEPARARE, SPOSTARE, LACERARE.
Perfino nelle famiglie, tutti sono diventati talmente analitici da non sopportare più
nulla, sempre pronti come sono a spaccare il capello in quattro: madre e padre,
genitori e figli....
Non hanno compreso che si deve tendere verso la sintesi, in quanto la sintesi è amore,
comprensione, intesa.

L'amore è una sintesi: quando si ama, si vuole sempre avvicinare, riunire,
raccogliere.

Mediante l'analisi si impara, mediante la sintesi si sente, si vive.

Quando incontrate qualcuno, cominciate subito ad analizzarlo: il suo naso, la sua
bocca, i suoi movimenti...le caratteristiche, i difetti, la professione, quanto
guadagna....

Mentre quando amate, non volete sapere nulla di tutto questo; voi amate la persona
così com'è, sentite tutto il suo essere e vibrate all'unisono con essa; questa è la sintesi.

Se invece in certi momenti vi accade di essere irritato contro di lei, immediatamente subentra l'analisi e la fate a pezzi.

Poi quando l'amate di nuovo, la perdonate perchè ritornate a vederne l'insieme e
dimenticate i dettagli.

La sintesi non si sofferma sulle piccole cose, al contrario dell'analisi che non soltanto vi dà importanza, ma le ingrandisce al punto da bruciare tutta la coperta per uccidere una pulce.

Per un piccolo difetto da nulla si distrugge una persona.
In realtà quella creatura è figlia di Dio, ma ciò non importa, non è quello che in quel momento
si vuol vedere e si nota solo il difetto.

Origine dei pensieri



"Cerca il Sè con la meditazione in questo modo. Segui ogni pensiero sino alla sua origine".

"«Ci si chiede: in chi sorge questo pensiero?». E se la risposta è «Nell'io», ci si libera dal pensiero chiedendosi: «Chi è questo io e qual'è la sua sorgente?»".

"Man mano che i pensieri sorgono dovrebbero essere distrutti immediatamente, nel momento stesso della loro origine, attraverso l'indagine [...]. Finché ci sono nemici all'interno del forte, continueranno a dare battaglia; se sono distrutti mentre si alzano, il forte cadrà nelle nostre mani".

Fonte:oradimeditazione.net