POTENZIARE L'UDITO

Cari amici, dopo un periodo di "forzato" allontamento, ritorno col mio filone classico dedicato alle discipline e alle pratiche..
E' da un pò di tempo che sento molte persone, anche a me vicine, lamentarsi di sentire sempre meno, o di avere comunque forti problemi all'udito. E mi è capitato anche casualmente di incontrare individui che hanno un orecchio sostanzialmente ai minimi termini.
Bene, oggi vi risparmio l'interpretazione della perdita dell'udito come "metafora" di altro (cosa non voglio sentire?)
Ma invece provo a cucinarvi il piattino "concreto", per evitare di cadere il pericolo sempre latente (in ogni dimensione umana che vada al di là del quotidiano accadersi) dell'overdose parolaia e dell'orgia metafisica. Orbene, l'importante non è moderarsi. Buttiamo fuori tutte le nostre follie, e facciamo ballare i nostri Daimon. La "cura" non è l'astensione o l' "astinenza". Ma, di tanto in tanto, momenti di ritorno alla pratica, all'esperienza, alla concretezza.
Che è anche ciò che alcuni di voi fanno magnificamente quando parlano
Una cosa che forse cominciamo a capire è che lo specchio perenne è il maggior pericolo di ciò che rispecchia. l' "Altro da sé", l'Altro in sè e per sé è l'elemento dinamico che rivitalizza le braci portandole a schioppettare di nuovo fino a diventare falò. Quando cerchiamo di muoverci nei Contesti, in ogni contesto, il fermo immagine cristallizzato è quanto di più vicino alla realtà può sembrare di vedere, ma in realtà è il suo tradimento più alto. Perché ne tradisce la Dynamis, il Movimento interno, il Ritmo. Il Ritmo smuove le acque allontanando la putrefazione. E spesso gli
alleati sono proprio dove meno li cercheremmo.

Ma di questo per oggi ho già detto abbastanza... visto che il tema del post è l'udito..
Se avete problemi di udito, con entrami o con un solo orecchio, ma anche se non ne avete e volete affinare questo senso, c'è una pratica che potete sperimentare.

Non troverete una certezza granitica nella sua interpretazione se cercherete di scovarla in giro. E neanche io posso presentarvi, al momento delle fondamenta inscuotibili. Ho solo una credenza che nel tempo sul tema ho sviluppato, una credenza forte, in base a piccoli esperimenti e indizi... e che mi fanno pensare e sperare che questo esercizio potrà permettervi di riacquistare e potenziare la capacità di ascolto.
Ci sono connesse due convinzioni molto forti in me.
-Quella per la quale ogni senso possa essere recuperato e riattivato.
L'esperienza personale che mi ha portato a recuperare la vista la vista contro il parere unanime di tutti i grandi oculisti con cui ho avuto a che fare, mi spinge a credere che per ogni senso ci sia speranza. Almeno se vi è ancora almeno un bagliore di funzionamento (cioè se non si è totalmente sordi o ciechi). Anche se neppure su questo punto chiuderei totalmente le porte. Miracoli ne sono sempre accaduti.. e se ci fosse una "formula dei miracoli"? Ma questa è un'altra storia..
-L'altra che ritiene che esercizi come quello che sto per descrivervi sono SEMPRE benefici. Seppure vi possa sembrara che magari il vostro orecchio sente come prima, comunque qualcosa in voi cambia, diventate più acutri, intuitivi, percettivi. Più recettivi e "intensi".

Andiamo all'esercizio..

I- E' semplicissimo. Abiuatevi a usare il più possibile, specie quando siete in casa, una benda. Naturalmente quando non correte rischi per la vostra pellaccia. Non mettete la benda quando siete per le scale o andate dal balcone, almeno finché non diventate dei piccoli super eroi :-)
Scena concreta. Mentre mangiate, provate qualche volta a mangiare con gli occhi bendati. E mentre mangiate in tal guisa conciati, concentratevi sui rumori, tutti i rumori che sentire.. il vostro masticare, le forchette che sbattono sul piatto, il gatto che vi struscia tra le gambe, il rumore dei bambini che viene da fuori.
Provate a sentire ogni rumore. Potete fare lo stesso, ad esempio, se siete su una spiaggia o in un
bosco. Mettete la benda e concentratevi sui rumori della natura.

II- Quando vi sarete impraticati nel fare ciò, cominciate a distinguere i singoli rumori passando poi da un rumore all'altro come se aveste più libri sulla scrivania e zampettaste con gli occhietti da una pagina di un libro a quella di un altro. E quando siete su un singolo rumore,provate a sentire solo quello, a seguirne la tonalità, a renderlo "focalizzato", mentre "sfumate" gli altri.

III- Quando riuscite a centrarvi sui vari rumori, cominciate a VIVERLI. Mentre sentite, mentre notate le particolarità di quel suono, provate a vederne anche le immagini e il colore che esso vi
suggerisce.

IV- Una volta che riuscite a fare quanto sopra (ma non è una scala rigida, è un ordine che mi sono inventato sul momento e che proviene da me, seguite il vostro istinto e mischiate le carte se vi va)
TENTATE ADESSO IL COLPO CHE VI TRASFORMA IN APPRENDISTI MAGHI. DOPO CHE SIETE FOCALIZZATI SU UN SUONO O UN RUMORE, IMMERGETEVI PROFONDAMENTE IN ESSO E PROVATE A INTENSIFICARLO, AMPLIFICARLO, AUMENTARLO.
Non fatevi bloccare dai pensieri che in quel momento vi diranno che è impossibile. Provate a farlo! Visto che non vi sarà subito agevole, fate finta di sentirlo più forte. Come sarebbe quel rumore se fosse più forte? Immaginatelo, fingete, forzate la mente. E immaginate anche
come sarebbe il vostro umore se davvero l'udito si fosse potenziato.
Vedreto una persona entusiasta... nel momento in cui passa l'entusiasmo.. BLOCCATELO!, E POI INDIRIZZATELO NEL VOSTRO SFORZO. Ho ragione di credere (che poi non è nulla di geniale, sono in migliaia che lo credono) che una forte immagine caricata di appassionata gioia arriva a "coinvolgere" tutte le energie del corpo nell'impresa che state tentando. Inoltre utilizzate anche altre immagini. In una di queste vedete i muscoli interni del vostro orecchio riprendere lentamente a "camminare". In un'altra ci sarà una bolla che ricopre il buco esterno e voi la farete scoppiare.
E naturalmente, oltre tutti queste strategie, tentate davvero di far aumentare il suono che sentite. Ci vorrà un pò di tempo. All'inizio saranno impercettibili vibrazioni. Ma, se perseverete, un giorno sentirete il gemito del Bufalo Tibetano mentre si sta accoppiando.. :-)
Riepiloghiamo:
USARE UNA BENDA-
CONCENTRARSI SUI SINGOLI SUONI-
PROVARE AD AMPLIFICARLI.

Io qui ho provato a formulare un pacchetto che abbia un minimo di ambizione. Ma attenzione!
Se vi sembra un percorso lungo e credete di non avere il tempo e la voglia per fare tutto, non per questo optate per niente. Un pugno di riso non è come un pranzo completo, ma serve sempre.
Non rinunciate spinti dall'indolenza a fare tutto. Una cosa potete farla tutti, e non costa praticamente niente..
Ossia, mentre state facendo cose che fareste a prescindere, come mangiare, METTETE QUESTA BENEDETTA BENDA.
Non solo agevolerà la vostra tranquillità e pace mentale..
Ma i vostri sensi, in un modo o nell'altro, magari anche di qualche
briciola, ne usciranno rafforzati..
Parola di Duncan

Aforismi di Sebastiano B. Brocchi

sulla via dei Filosofi Ermetici (III parte)



La Meraviglia è uno di quei sentimenti
Capaci di sollevare,
in un attimo, come d’incanto,
con ali possenti quanto e più di quelle del Sogno,
lo spirito alle altezze insondabili dell’Essere.
Beato il cuore in cui dimora la Meraviglia!
Sia essa data dall’arte umana,
o da quella divina della Natura,
la Meraviglia fa sì che per un attimo
lo spirito tocchi con un dito la propria sorgente.
Fate sì che la Meraviglia sia per voi
Come la Scala di Giacobbe,
che in un tramonto d’estate,
o nella brezza che spira tra le alte fronde,
o nella musica che state ascoltando,
o nelle parole dolci che ricordate,
in un ritratto, in ciò che bevete,
nell’orizzonte che si perde nel mare,
o in un cielo puntato di stelle,
vi fa volare con gli angeli,
fino al Cuore dell’universo.





La Gentilezza, è fra quelle virtù dell’animo
Che da sole bastano
a rendere compiuta una persona.
Non la semplice educazione,
che può essere appresa.
Non la cortesia,
che può essere falsa.
Non la disponibilità,
che può dipendere dai momenti.
Ma la Gentilezza del cuore,
che non viene appresa, falsificata,
e non muta con il mutare delle stagioni;
ma perdura incrollabile,
luminosa come la stella più brillante,
dolce e intensa come miele selvaggio.
Al cuore gentile,
l’universo si inginocchia.





La Natura non ha leggi.
Piuttosto, è governata da armonie.
L’Uomo crea delle leggi,
perché non trova delle armonie.
Se l’Uomo capisse queste armonie,
non avrebbe più bisogno delle sue leggi.
Dimmi, hai mai visto un’ape infrangere
Le leggi dell’alveare?
O le foglie spuntare col gelo e cadere in estate?
O la luna smettere di compiere il suo giro
Per muoversi a zigzag?
Questo non perché gli elementi della Natura
Siano schiavi oppressi da leggi più severe
Di quelle umane.
Semplicemente, essi non possono infrangere
leggi che non possiedono.
Al contrario,
non possono sottrarsi dal conformarsi
alle armonie che li muovono;
poiché senza queste armonie, l’intero
universo sarebbe come un corpo senza vita.





Per sapere chi sia il vero Iniziato,
bisognerebbe sapere dove comincia e dove finisce
un’Iniziazione.
Ho motivo di credere che essa cominci
Nel momento stesso in cui veniamo al mondo
e, per certo, essa non termina
che quando lo lasciamo.
Forse il vero Iniziato è colui che
ad un certo punto della sua vita,
comprende cosa sia la Vita.
Al di là del suo vivere,
che peraltro in essa è compreso.

LO SFIDANTE

Conoscete il volto del vostro VERO avversario?Con questo documentario lo riconoscerete sicuramente...



Qui la continuazione:
Seconda parte di 21

Il pozzo

Così narra un antico e saggio racconto.

Un buon uomo, curioso come coloro che pur ignorando l'a,b,c della spiritualità si son già incamminati sulla via metafisica, visitò un vecchio monastero. All'anziano monaco che l'accolse premurosamente confessò di sentirsi attanagliato dai dubbi, di essere alla ricerca d'un impulso esistenziale più profondo della semplice soddisfazione fisica. Aveva la sensazione che gli sfuggisse qualcosa d'essenziale. Sennonché gli chiese: "Quali sono i benefici della tua austerità, della tua vita di silenzio, meditazione e preghiera?".

Tra le mansioni quotidiane del monaco c'era quella di attingere acqua dal pozzo. Il paziente maestro, perché di un asceta si trattava, uno di quelli che non perdono il loro tempo a illustrare l'indecifrabile, ma mostrano con l'esempio il cammino da seguire, lo condusse nel chiostro al cui centro spiccava la balaustrata a riparo del fosso onde sgorgava la primitiva, benedetta fonte.

Il monaco attinse l'acqua. Quindi, rivolgendosi perentoriamente al suo cortese ospite l'apostrofò: "Guarda giù in fondo al pozzo! Che cosa vedi?".

Il buon uomo osservò attentamente. Scorgeva soltanto un intenso fluttuare ondivago. Come se il sogno della sua vita cominciasse appena appena a concretizzarsi, ma non ne intuisse ancora la praticità effettiva.

Trascorse ancora qualche breve istante, quando il monaco l'incalzò di nuovo: ”Guarda ancora ...Che cosa vedi nel pozzo?".

L'uomo s'inchinò osservando vieppiù attentamente finché non trasalì di stupore. In fondo al pozzo, riflesso in superficie, c'era proprio lui, che scrutava speranzoso alla ricerca dell'impossibile.

"Quando io immergo il secchio, l'acqua è agitata", commentò l'eremita. "Ma non appena si calma, ecco il frutto del silenzio, te stesso".

Fonte:Meditare.it