Intenzioni e controintenzioni


Prima di avventurarsi nel processo del pensare, l’Io dimora nel silenzio, e lì esprime intenzioni.

Considerando l’immenso potere energetico che l’Io possiede sin dal momento del concepimento, non esiste ragione al mondo perché un’intenzione non divenga istantaneamente funzionante realtà.
L’intenzione pura però, purtroppo, viene tradotta in pensiero e questo solo passaggio la riduce, poiché la mente non è in grado di elaborare un pensiero che corrisponda ad un evento che non gli appartiene: emettere intenzioni.
Ciò che chiamiamo comunemente intenzioni sono in realtà ormai pensieri articolati e formati dalla struttura limitata del linguaggio.
Procedendo in tal modo, quando il processo del pensare definisce un’intenzione, immediatamente per associazione ne elabora un’altra in genere diametralmente opposta o quanto meno diversa dalla prima. Ecco il motivo per cui un’intenzione non si palesa producendo istantaneamente l’effetto cui era preposta.
Sappiamo però che un’intenzione totalmente scevra da controintenzioni agisce sempre. Cristo diceva: “Se comanderai all’albero di sradicarsi e di trapiantarsi in mare, egli lo farà”. Già. Il fatto è che pochissime intenzioni sono così pulite da agire istantaneamente.
Le prime controintenzioni le troviamo proprio nell’individuo che concepisce l’intenzione primaria. Il suo personalissimo ego, frustrato, con una bassa autostima agisce ogni volta contro le intenzioni dell’Io.
L’ego, quell’ammasso di contraddizioni, quel ricettacolo di immondizia che sono i condizionamenti ricevuti, esige di controllare e dominare a scapito della totalità dell’Essere.
L’ego è una struttura illusoria, vestita però di una corazza molto robusta, a cui sono stati dati, negli anni, quasi la totalità dei poteri. L’ego avvolto in un manto di ermellino crede di essere il re e invece non è nemmeno il mantello!
E se per caso in un momento di disattenzione dell’ego, l’Io esprimesse l’intenzione pura, ecco che subito l’ego, che non avrebbe avuto tempo di fornire un’intenzione contraria, insinuerebbe il dubbio.
L’ego è l’individuo a cui è stato fatto credere di valere poco, e che ha imparato a non stimarsi.
L’individuo quando era bambino “vedeva” e “sentiva”, ma ogni volta che comunicava quanto vedeva e sentiva al di là della normale vista e del normale udito veniva immediatamente considerato bugiardo da genitori, nonni e insegnanti.
Così ha imparato a tacere, a fingere, a mentire e a perdere col tempo queste qualità.
Può succedere in alcuni casi che l’ego, investito dell’intenzione dell’Io, tenti di esprimerla. Ma, ahimè, egli “sa” di non saper portare a termine quel compito, di non poterlo fare.
L’insicurezza, la disistima, la sfiducia sono così schiaccianti da invalidare quelle rare volte in cui “lui” ci prova.
Appunto ci “prova”.
Ed è proprio il fatto di “provarci” che gli impedisce la riuscita, inibendo all’Io il potere di operare miracoli.
Anziché provare, l’uomo dovrebbe semplicemente lasciare che l’intenzione si palesasse e tutto avverrebbe. L’abilità di mantenere inflessibilmente l’intenzione concepita permette il verificarsi di un fenomeno molto particolare.
L’intero universo è sorretto da un’intenzione. Per una scelta linguistica chiameremo questa Intenzione Cosmica.
Ora l’Intenzione Cosmica promana le sue proprie emanazioni senza che queste incontrino mai ostacoli. O meglio non esistono ostacoli per l’Intenzione Cosmica. E ancora, gli “ostacoli” sono anch’essi parte dell’Intenzione Cosmica.
Il fenomeno particolare che si verifica, quando una persona produce un’intenzione inflessibile, è che la propria intenzione si allinea alle emanazioni dell’Intenzione Cosmica assumendo in tal modo un potere energetico immenso.
In questi casi l’intenzione produce sempre l’effetto. Esistono però altre controintenzioni; quelle prodotte da altri esseri umani. Prime fra tutte a creare ostacoli ad un’intenzione espressa sono quelle dei famigliari, dei parenti e degli amici, infine quelle dei conoscenti.
Le controintenzioni di queste persone sono spesso palesate dalle loro stesse parole: - “Ma cosa dici?” - “Ma non dire stupidaggini, non è possibile che tu riesca in quella cosa” - “Ma figurati se proprio tu ci riesci” - “Ma chi ti credi di essere” - “Non sei mica un mago” (Perché no poi?).
È chiaro che le controintenzioni di queste persone sono dettate dalla loro bassa autostima; non è però solo questa a far verbalizzare le loro disapprovazioni, ma anche la “paura che tu riesca veramente” confermando, in tal caso, la miseria spirituale in cui vivono. Ad esse si aggiungono l’invidia, la gelosia, l’antagonismo e tutte le motivazioni dettate dal loro diabolico ego che stimolano ulteriore disapprovazione.

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Quando le controintenzioni sono palesate non è difficile in realtà difendersi da esse. È sufficiente il silenzio. Naturalmente “prima”!
Può succedere però che certe controintenzioni non siano affatto espresse verbalmente ma solo pensate.
Sappiamo che il pensiero è percepito da aree profonde della coscienza e che se anche non affiora alla consapevolezza, esso agisce in profondità, subliminalmente.
Essere pertanto bersaglio di pensieri contenenti controintenzioni è altrettanto limitante, se non di più. Lo è certamente di più quando questi pensieri sono presenti nelle persone a noi più vicine, poiché quei pensieri agiscono nascostamente, quasi a nostra insaputa.
“Quasi”, perché in realtà le controintenzioni le percepiamo sempre. Provate a ricordare un vostro progetto di cui avete fatto cenno a qualcuno, un parente, la madre, il padre, il marito, la moglie. Considerate un progetto che ha richiesto un certo sforzo per essere realizzato, oppure che non è mai stato realizzato. Possono essere successe due cose: o il parente vi ha espresso la sua disapprovazione oppure l’ha semplicemente pensata. Ma se voi contavate sul suo appoggio, anche solo psicologico, ecco che non solo questo non lo avete ricevuto, ma avete ricevuto addirittura un’erosione della vostra energia.
La controintenzione non detta può manifestarsi in più modi: la persona che la proietta può non essere presente quando voi ne avete bisogno, provocando così un dispendio superiore di vostre energie.
Può casualmente interferire col vostro progetto mandandolo all’aria o renderne la realizzazione estremamente più complessa e difficoltosa, e ancora a scapito della vostra energia.
Può provocare a se stessa malattie per cui la vostra attenzione sarà assorbita da lei e non più dall’intenzione primaria. Può causare a voi incidenti per frenare e infine bloccare quanto state intraprendendo.
E se ha fantasia può trovare mille altri modi per interferire sulla vostra intenzione. Perché? Non si sa esattamente. Si può solo supporre che la persona attui tutto quanto solo per paura. In genere nei miei seminari scopro che è sempre la paura a stimolare controintenzioni.
Possono però succedere altre cose. La persona che ha controintenzioni può manifestare invece molto interesse per la vostra idea ed offrirvi il suo aiuto. Così avrà modo di esercitare un controllo molto più ravvicinato!
In questo caso potrà sbadatamente compiere o far compiere errori madornali perché il progetto fallisca. Tutto questo non avviene, come verrebbe da pensare, in modo inconscio. La persona sa esattamente che non vuole che il progetto si realizzi. Non sa perché non vuole, ma sa che non vuole, pur tentando disperatamente di nasconderlo anche a se stessa.
Se poi il progetto va in fumo le frasi che queste persone solitamente dicono sono: “In realtà io ho sempre avuto dubbi sulla tua riuscita” oppure “Sin dall’inizio una vocina dentro di me diceva che sarebbe finita male” o altre frasi del genere che rivelano in pieno le controintenzioni non dette.
Chi è portato a dire almeno ad una persona quello che intende fare, quindi ad esporre la propria intenzione, pensa di ricevere da questa conforto, fiducia, comprensione, entusiasmo.
Non sa che in realtà cerca un altro flusso di energia. Egli chiama conforto, fiducia, comprensione ecc. quello che in realtà è energia.
In certi casi è più saggio usare bene solo la propria! E in silenzio. Vero è che “…se due o più di voi chiederanno qualcosa la riceveranno sicuramente…”, sì, ma con la stessa identica intenzione.
L’Energia Cosmica, a cui tutti possono attingere, è un unico costante “sì”.
Se la persona riuscirà ad “essere” un’intenzione veramente pulita da ogni controintenzione, non solo usufruirà in modo adeguato della propria energia, ma l’intenzione personale sarà allineata all’Intenzione Cosmica e quindi ad una fonte energetica inesauribile.
Tanto più l’intenzione è pulita, tanto più sarà allineata all’Intenzione Cosmica; la totale pulizia dell’Intenzione permetterà un allineamento così intenso che l’intenzione non sarà più quella della persona, ma quella dell’Intenzione Cosmica, quella dell’Intento in senso astratto: la più potente energia esistente.
A quel punto nessuna controintenzione espressa o no da altri potrà minimamente ledere.
Occorre però che la persona sia in grado di attirare a sé quel tipo di energia, e per fare questo ha un solo modo: essere inappuntabile.
L’inappuntabilità è una scelta di vita. È un modo di essere.

Testo tratto da “Infiniti Risvegli”

Fonte:LAMENTEMENTE.COM