Aforismi di Sebastiano B. Brocchi

sulla via dei Filosofi Ermetici (V parte)



Anche la fantasia necessita un lavoro
di progressiva affinazione.
Quando essa trae origine dall’io,
le sue mete riguardano l’accrescimento del sé,
i suoi prodotti riguardano la sfera personale,
e presto si trasformano nel dramma
dell’impotenza di trasformare l’immaginazione
in realtà.
Quando la fantasia, al contrario, nasce dall’alto,
la sua meta è la creatività pura,
il suo prodotto è l’arte,
e presto si trasforma nella capacità di arricchire
la realtà con immaginazione.



A tutti noi è dato il senso critico
come il martello al carpentiere.
Usato con delicatezza, costruisce.
Usato senza delicatezza, distrugge.
I chiodi, sono i giudizi che diamo.



Il senso critico è come la fune
per l’equilibrista.
Se ci si affretta,
o ci si mette troppa enfasi,
è facilissimo perdere l’equilibrio.



Criticare gli altri è giusto,
criticare noi stessi è necessario.
Tuttavia, per criticare è necessario
saper apprezzare. Ma quanti,
tra coloro che criticano,
sanno anche apprezzare?



Saper apprezzare,
e con ciò intendo non soltanto
apprezzare ciò che tutti apprezzano,
ma anche e soprattutto,
quelle cose che pochi o nessuno
sanno apprezzare;
è ciò che rende fertile
il cuore e l’anima di un uomo.



L’incapacità di apprezzare,
da sola,
può portare la più completa
aridità e desolazione
nell’animo di una persona.



La capacità di apprezzare,
di cogliere il valore di una cosa
dall’apparenza misera e insignificante,
è un tesoro sepolto molto in profondità
tra le capacità dell’animo umano.
Bisogna scavare molto e con impegno,
per trovarla e imparare a praticarla.



Che grande cosa
riuscire a criticare apprezzando!
Significa: gioire dell’aver colto
il valore imprescindibile di una cosa,
la sua preziosa unicità,
e, ciononostante,
intuire come potrebbe essere
ulteriormente migliorata!



L’uomo critica o apprezza
tutto ciò che percepisce attraverso i sensi.
Un’opera d’arte, un profumo, uno spettacolo,
un piatto, un discorso, ma soprattutto le altre persone.
Questa è soltanto una lunga strada per prepararci
a guardare ciò che abbiamo dentro e non passa
attraverso i nostri sensi.
Quando inizieremo a giudicare noi stessi,
criticandoci e apprezzandoci,
come fossimo un’opera d’arte, un profumo, uno spettacolo,
un piatto, un discorso, o un’altra persona,
destineremo molti meno giudizi
a quel che accade all’esterno…



Così come un genitore non può essere
né troppo severo né troppo permissivo
nei confronti dei suoi figli,
così attraverso critica e apprezzamento di sé,
ogni uomo dovrà poco a poco,
diventare genitore e figlio di sé stesso.

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