Sulla vista ci giochiamo una grande partita. E dobbiamo lottare per essa adesso. Se oggi lottiamo, cambieremo i giorni che verranno. E' la vista l'oggetto di alcune semplici discipline di oggi.
Ancora prima di esse importa uscire fuori dalla cappa miasmatica che ti riconduce all'impotenza e al lento, inesorabile, declino. Qualunque sia il tuo problema visivo, qualunque sia la tua età, qualunque siano i limiti che tu credi di avere, la tua vista è recuperabile. Il passare dal vago auspicio che la propria vista possa migliorare, alla certezza che questa impresa può essere raggiunta è il primo passo di ogni Magna Opera. Ogni intrapresa di concreta disciplina prantica si fonda sulle fondamenta della pre-coscienza, della pre-scelta della fiducia, della demolizione del dubbio.
Bisogna dimenticarsi delle cornacchie e degli esperti corvi tempesta. Di tutta quella pletora di oculisti e ottici e del recinto in cui restringono le vostre possibilità. Parlare di vista non ès emplicemente pèarlare di come risolvere il vostro "concreto" difetto visivo; che poi è la cosa principale. Parlare di vista è anche Symbolum di una Resistenza alla Musica Sinistra della Inevitabile Decadenza. Uno dei tanti volti, cioè, in cui si gioca la partita con l'Idra dalle diecimila teste.
Sono ancora tanti, ancora i Guardiani del cancello e i Custodi della Sapienza, gli esperti e la stanca consapevolezza comune. Vi diranno che da quarantanni in poi inizierete a prendere peso, a diventare lenti e ottusi, a perdere la vista, a sviluppare una qualche forma tra diabete, colesterolo et similia. Sono leggende. Non bersele è il primo passo per non farsi incaprettare. L'altro è la disciplina di sè. Non è inevitabile arrivare a tarda età pieni di malanni, mentalmente infiacchiti e rincoglioniti, con una vista sempre più debole. Non è inevitabile perdere drasticamente la pulsione sessuale. Non è inevitabile diventare sempre più rigidi e incattiviti.
Ancora prima di esse importa uscire fuori dalla cappa miasmatica che ti riconduce all'impotenza e al lento, inesorabile, declino. Qualunque sia il tuo problema visivo, qualunque sia la tua età, qualunque siano i limiti che tu credi di avere, la tua vista è recuperabile. Il passare dal vago auspicio che la propria vista possa migliorare, alla certezza che questa impresa può essere raggiunta è il primo passo di ogni Magna Opera. Ogni intrapresa di concreta disciplina prantica si fonda sulle fondamenta della pre-coscienza, della pre-scelta della fiducia, della demolizione del dubbio.
Bisogna dimenticarsi delle cornacchie e degli esperti corvi tempesta. Di tutta quella pletora di oculisti e ottici e del recinto in cui restringono le vostre possibilità. Parlare di vista non ès emplicemente pèarlare di come risolvere il vostro "concreto" difetto visivo; che poi è la cosa principale. Parlare di vista è anche Symbolum di una Resistenza alla Musica Sinistra della Inevitabile Decadenza. Uno dei tanti volti, cioè, in cui si gioca la partita con l'Idra dalle diecimila teste.
Sono ancora tanti, ancora i Guardiani del cancello e i Custodi della Sapienza, gli esperti e la stanca consapevolezza comune. Vi diranno che da quarantanni in poi inizierete a prendere peso, a diventare lenti e ottusi, a perdere la vista, a sviluppare una qualche forma tra diabete, colesterolo et similia. Sono leggende. Non bersele è il primo passo per non farsi incaprettare. L'altro è la disciplina di sè. Non è inevitabile arrivare a tarda età pieni di malanni, mentalmente infiacchiti e rincoglioniti, con una vista sempre più debole. Non è inevitabile perdere drasticamente la pulsione sessuale. Non è inevitabile diventare sempre più rigidi e incattiviti.
I limiti del possibile, e proprio in questa sede dovreste saperlo benissimo, sono stati costruiti nel tempo e venduti ad una mentalità maggioritaria. Sono usum comunem, ma niente di diverso da una leggenda metropolitana. Questi limiti possono tenerci sotto scappo fino a quando finiamo nella fossa (anzi possono proprio condurti alla fossa). Ma sono appunto illusori. Velo di Maya. La credenza collettiva li rende reali alla mente inconscia e conscia. Il gioco a dadi sembrano le tavole pitagoriche; ma gioco a dadi resta. Un gioco truccato. Un gioco da bari.
Un vecchio di 80 anni che stende in pochi minuti cinque corpulenti atleti molto più giovani di lui non sfida i nostri limiti del possibile? Eppure è quello che solo qualche mese fa vidi fare da un grande maestro di arti marziali coreano. Eppure per molti è già utopica l'idea che uomini di 60 anni riescano a fare una corsetta. Anno dopo anno ci si adagia lentamente sotto il ritmo stanco, anche carezzevole a volte, della resa. Un pulcino sempre più debole, impotente, bisognoso di cure.
Ti diranno che la potenza sessuale è una chimera dopo una certa età. Eppure conosco un metodo naturopata che ha fatto un figlio dopo i settanta. Ma abbiamo fatto vivere gli anziani da rottami, li abbiamo convinto di essere rottami, li abbiamo parcheggiati il lager di riposo come carne avariata. Sulle fascine del rogo bruciamo il potenziale. Insegnamo a uccidere l'intelligenza e la speranza. Siate di coloro di cui si possa dire un giorno "all'esame di imbecillità, venni bocciato".
Un vecchio di 80 anni che stende in pochi minuti cinque corpulenti atleti molto più giovani di lui non sfida i nostri limiti del possibile? Eppure è quello che solo qualche mese fa vidi fare da un grande maestro di arti marziali coreano. Eppure per molti è già utopica l'idea che uomini di 60 anni riescano a fare una corsetta. Anno dopo anno ci si adagia lentamente sotto il ritmo stanco, anche carezzevole a volte, della resa. Un pulcino sempre più debole, impotente, bisognoso di cure.
Ti diranno che la potenza sessuale è una chimera dopo una certa età. Eppure conosco un metodo naturopata che ha fatto un figlio dopo i settanta. Ma abbiamo fatto vivere gli anziani da rottami, li abbiamo convinto di essere rottami, li abbiamo parcheggiati il lager di riposo come carne avariata. Sulle fascine del rogo bruciamo il potenziale. Insegnamo a uccidere l'intelligenza e la speranza. Siate di coloro di cui si possa dire un giorno "all'esame di imbecillità, venni bocciato".
L'impotenza genera solitudine. La solitudine ansia. L'ansia rabbia e violenza.
E non è di mito dell'eccellenza che si parla. Non fare il furbo delle parole, tu Monsieur Spaccamichia che ti vedo già in quarta fila con l'aria intellettuale cinica. Non importa tanto quello che viene fatto, ma che non te la bevi, che non prendi la supposta nelle chiappe, che tieni la tua mente e il tuo corpo svegli. Fino alla fine potrai essere grande, se lotterai per la tua vita.
E se noi potessimo giocare un ruolo importante per indirizzare lapallina in una direzione o nell'altra?
Casella rossa o casella nera Signore?
Banco vinve sempre?.. Vediamo.. ci sono giochi in cui il banco può
perdere.. regole che sbancano...
Parliamo della vista. In questo post mi limiterò ad alcuni semplici esercizi. Ma ritornerò sicuramente sull'argomento. C'è tantissimo altro da dire.
Innazitutto. Se il vostro oculista e ottico vi hanno detto che dopo una certa età la vista non è recuperabile, derubricate le loro affermazioni dentro la categoria "BALLE". In secondo luogo sguazzate un pò, tanto per curiosità, durante i vostri iperbolici giri internettiani, tra le letture e i testi sul recupero visivo. Scoprirete, pèer chi non lo sa già, che si tratta di correnti consolidate, che esistono da decenni. Avrete cioè di fronte un pensiero consapevole, che ha dalla sua esperienze, visioni del mondo, pratiche. Naturalmente con differenze al proprio interno. Ma comprenderete ancora di più che il recupero visivo non è un territorio di esclusiva competenza di pochi utopisti (senza che ci si veda una critica agli utopisti, che ce ne vorrebbero ancora di più anzi). Comunque ci saranno altri post.
Decisivo concetto da afferrare è che questi esercizi hanno senso solo se praticati co COSTANZA e PERSEVERANZA. Solo se praticati costantemente cominciano ad incidere e a realizzare un mutamento strutturale. Il loro effetto è semrpe benefico. Il livello di beneficità dipende naturalmente dal soggetto e dall'impegno che ci mette. E se è vero che la nostra giornata è spesso satura, possiamo trovarli quei quindici-venti minuti da dedicare alla vista. Il bene della vista è un bene supremo. Un piccolo sforzo adesso e la ricompensa negli anni a venire sarà enorme. Ripeto, gli esercizi di stasera sono solo alcuni tra i possibili.Innazitutto. Se il vostro oculista e ottico vi hanno detto che dopo una certa età la vista non è recuperabile, derubricate le loro affermazioni dentro la categoria "BALLE". In secondo luogo sguazzate un pò, tanto per curiosità, durante i vostri iperbolici giri internettiani, tra le letture e i testi sul recupero visivo. Scoprirete, pèer chi non lo sa già, che si tratta di correnti consolidate, che esistono da decenni. Avrete cioè di fronte un pensiero consapevole, che ha dalla sua esperienze, visioni del mondo, pratiche. Naturalmente con differenze al proprio interno. Ma comprenderete ancora di più che il recupero visivo non è un territorio di esclusiva competenza di pochi utopisti (senza che ci si veda una critica agli utopisti, che ce ne vorrebbero ancora di più anzi). Comunque ci saranno altri post.
E' molto importante "allenare" gli occhi a prescindere. Se ci pensate bene nella vita quotidiana sono raramente usate le posizioni estreme degli occhi. Quindi i muscoli oculari non compiono con frequenza tutta una serie di movimenti. Mantenere in allenamento gli occhi li rende anche sempre più elastici e poco soggetti ad indebolimento o peggioramento della funzionalità visiva.
Ecco alcuni esercizi di recupero visivo:
- Procuratevi una penna o una matita. Allungate il braccio, tenendo in mano la penna davanti alla radice del naso, ad una distanza di 25 centimentri circa. Fissate la punta della penna e con l'altra mano avvicinate lentamente una matita ben temperata fino a far combaciare perfettamente le punte
- Prendete sempre una penna o un oggetto simile, e avvicinatelo ai vostri occhi e poi allontanatelo, fissando sempre la punta. Avanti e indietro. E poi a destra e a sinistra. E poi zizgando. L'occhio deve abituarsi a una costante modificazione dello spazio in cui si "poggia".
-Alla luce del precedente esercizio, in una visione più generale adesso, abituatevi a non fissare mai troppo a lungo lo sguardo su una certa direzione e ad una certa distanza. Se state leggendo o scrivendo al computer, ogni tot minuti fermatevi, e cominciate a girare con gli occhi intorno a voi, guardate il letto, le vostre mani, fuori dall finestra. Fate che siano sempre di più i momenti in cui l'occhio "si muove", prova in successione svariate distanze, si "libera" nello spazio. Ripeto mai stare ore con gli occhi fissi in una certa direzione e con una distanza che non muta. Anche quando camminate cercate di non essere i classici bovini fissativi che vanno sempre avanti come robot. Di tanto in tanto, lanciate una occhiata alla vostra destra, alla vostra sinistra, in su, in giù.. non quando siete nelle vicinanze di un tombino però; in quel caso meglio fissativi ma evitare di cadere nel tombino.
(Alfredo Cosco)
- Prendete sempre una penna o un oggetto simile, e avvicinatelo ai vostri occhi e poi allontanatelo, fissando sempre la punta. Avanti e indietro. E poi a destra e a sinistra. E poi zizgando. L'occhio deve abituarsi a una costante modificazione dello spazio in cui si "poggia".
-Alla luce del precedente esercizio, in una visione più generale adesso, abituatevi a non fissare mai troppo a lungo lo sguardo su una certa direzione e ad una certa distanza. Se state leggendo o scrivendo al computer, ogni tot minuti fermatevi, e cominciate a girare con gli occhi intorno a voi, guardate il letto, le vostre mani, fuori dall finestra. Fate che siano sempre di più i momenti in cui l'occhio "si muove", prova in successione svariate distanze, si "libera" nello spazio. Ripeto mai stare ore con gli occhi fissi in una certa direzione e con una distanza che non muta. Anche quando camminate cercate di non essere i classici bovini fissativi che vanno sempre avanti come robot. Di tanto in tanto, lanciate una occhiata alla vostra destra, alla vostra sinistra, in su, in giù.. non quando siete nelle vicinanze di un tombino però; in quel caso meglio fissativi ma evitare di cadere nel tombino.
- Questo esercizio è molto potente. Se dovete sceglierne uno i primi tempi, iniziate da questo. La sua origine è antichissima. Noto già in India migliaia di anni fa. Viene solitamente definito PALMING. Ma è conosciuto anche sotto alti nomi. Ci si siede. Si inclina leggermente la testa. Si chiudono gli occhi. Si pongono i gomiti sul tavolo e si posano le mani a mo di coppa sugli occhi (chiusi), in modo che non penetri alcuna luce, ma senza toccare le palpebre. Per saggiare un minimo della sua efficacia bisogna stare in questa posizione almeno un quarto d'ora (naturalmente di più, un'ora ad esempio, lo rende decisamente più efficace). Finito l'esercizio, la differenza è sempre evidente. Ma i primi tempi dura pochi secondi e poi il livello visivo ritorna quello precedente. Fatto a lungo, la differenza nella vista diventa tangibile e i miglioramenti si consolidano sempre di più fino a diventare permanenti.
(Alfredo Cosco)
1 commento:
cazzate, se hai una miopia a -6 condita da astigmatismo tirati fuori da queste cazzate olistiche da sfigato new-age democratico serracchian-travaglio minorato e metti le lenti a contatto o fatti operare se trovi un medico che ti spari il laser in tempi ragionevoli, sono cazzate ricorda: la ricerca interiore non ha alcun nesso con problemi veri. Lasciamo le cazzate ai cultori dei credi abramitici in pellegrinaggio, basta con le cazzate, basta! Allenati duramente e segui l'alimentazione ed avrai risultati sul miglioramento della tua condizione fisica ma queste sulla vista sono merdate che non dovrebbero venir scritte.
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