TESTIMONE ASSOLUTO E CONSAPEVOLEZZA INTEGRALE(Parte 2)



Testimonianza e distacco

La testimonianza qualitativa non significa distacco, anzi dissolve l’abbaglio che ci possa essere distacco, separazione. Consapevolizzandosi, l’esserci si avvicina a percepire in modo da constatare che tutto ciò di cui fa esperienza (spazio, tempo, avvenimenti, “altri”, emozioni, pensieri...) sono sempre sue forme, che non possono in alcun caso essere scisse le une dalle altre. Non si tratta di varie “cose” separate tra loro, ma del campo esperienziale che si percepisce in forme diverse. Il distacco implica invece la fantasia di essere un qualcuno diviso dal resto.

Il distacco spirituale è il Vuoto mentale caratterizzato dalla piena certezza che ogni percezione è irReale. È distacco nel senso che il campo esperienziale rimane Pace, indipendentemente dalle vicissitudini che si svolgono in lui, anche perché sono sempre caratterizzate dall’Amore.

La Coscienza e l’Assoluto testimoniano senza percezione

La percezione riguarda l’individuo, trova fondamento nella sua esperienza di esserci, mentre la Coscienza Originale e la Reale Identità testimoniano senza percezione, senza esperienza di esserci.

Il concetto coscienza che testimonia, spesso utilizzato nella letteratura spirituale, va inteso come segue. Quando la parola coscienza è utilizzata per indicare:

- la consapevolezza di esserci, va compreso come testimoniare totale,

- la Coscienza Divina, va interpretato come testimoniare della Coscienza Originale, che c’è sempre.

Va inoltre considerato che in alcuni testi, il termine coscienza è utilizzato al posto di consapevolezza, causa traduzione erronea.

Il concetto Assoluto che testimonia, andrebbe invece inteso in due modi:

- come Eterna Presenza (dell’)Assoluto, testimoniante in quanto Origine della manifestazione. In questo senso, l’Assoluto può essere considerato come una specie di “prospettiva Suprema”, ma si tratta soltanto di un’idea. L’Assoluto precede ogni prospettiva, non esiste alcuna prospettiva Assoluta o dell’Assoluto.

- come Alternanza tra l’Estinzione e la Consapevolezza integrale, perché quest’ultima ha piena consapevolezza riguardo alla propria Origine (Assoluto).

L’Assoluto non sperimenta né se stesso, né la Coscienza, né gli individui.

La Coscienza non sperimenta né gli individui né l’Assoluto.

L’individuo, più precisamente il suo campo esperienziale, fa esperienza esclusivamente di se stesso. Non può sperimentare né la Coscienza né l’Assoluto, ma può divenire consapevole della loro esistenza.

Come individuo puoi essere più o meno consapevole. Come Assoluto precedi la consapevolezza di esserci, sei pura Consapevolezza senza esperienza.

Maturazione del testimoniare

Il grado di capacità di testimoniare è uno dei maggiori indicatori di maturità spirituale.

L’individuo mediamente consapevole deve sforzarsi molto per testimoniare qualitativamente, riuscendo peraltro a farlo soltanto per periodi molto brevi. Maturando, testimonia invece con sempre maggior qualità e minor sforzo, perché le sue vibrazioni, primariamente quelle di emozioni e pensieri, si coordinano sempre più facilmente con la vibrazione dell’Amore. Maturare la qualità della testimonianza significa maturare la Presenza integrale ora-qua.

La maturazione del testimoniare consiste primariamente nell’aumento:

- della capacità del “conoscitore” di testimoniare;

- della qualità del conosciuto, quando:

1) la qualità delle vibrazioni del “conoscitore” accresce la qualità di quelle del conosciuto[7]; la positività del nostro influsso sugli altri è determinata dalla qualità del nostro vibrare. Più il “conoscitore” è dissimile dalla Pace, più proietta idee ed emozioni e minore è la qualità del mondo da lui proiettato. Consapevolizzandosi, il “conoscitore” si volge sempre più verso l’Origine (Testimone Assoluto) e così ritrae il mondo in sé, sino a divenire pura conoscenza in essere, che può essere definito come Regno dei Cieli.

Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senape, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami.”

Matteo 13,31-32

2) si trasformano le circostanze vitali in sempre più idonee al divenire veritiero. In sostanza, si tratta del “conoscitore” che con accorgimenti “tecnici” (miglioramento dell’alimentazione, eliminazione del superfluo, frequentazioni migliori, nuovo lavoro, rapporti di maggior qualità …), migliora la qualità del mondo che lui stesso proietta. La qualità della vita migliora automaticamente con l’integrarsi dell’esserci, ma alcuni miglioramenti “possono essere anticipati decidendo” di eliminare il nocivo e il superfluo (anche con la richiesta: Chiedo l’eliminazione delle cause del superfluo), per far spazio all’utile per la maturazione.

Questi elementi positivi fanno parte della testimonianza consapevolizzante, che è il modo dell’individuo di agire su se stesso per individualizzarsi meglio.

La testimonianza consapevolizzante:

- neutralizza l’immaginare la separazione da altri, dal mondo e da Dio.

- non porta alla passività, al fatalismo o all’arrendevolezza, ma matura la risolutezza, la visione chiara e fa agire in modo più determinato, incisivo ed efficace, anche perché favorisce la disidentificazione dall’agente immaginario (identità immaginata) e sollecita ad agire in modo sempre più globale.

La maturazione del testimoniare, può essere favorita anche con la richiesta: Chiedo la maturazione della capacità di testimoniare.

Maturazione della testimonianza diretta

Testimoniare il corpo fisico

Testimoniare il corpo fisico significa osservare la percezione definita corpo. Questo testimoniare è:

- ingannevole, quando il corpo è percepito come (se fosse) reale e c’è l’idea che il corpo è il sé reale: io sono (soltanto) il corpo, oppure in realtà, sono il corpo;

- veritiera, quando c’è la consapevolezza che il corpo:

• è un aspetto irReale di se stessi individuo, quindi dell’esprimersi di Se Stessi Assoluto;

• appare in se stessi, nel proprio campo esperienziale;

• non è diviso da ciò che in genere è sperimentato e definito come mondo esterno e altri corpi.

Testimoniare il corpo fisico è spesso definito come osservare se stessi, il che va inteso come: io individuo osservo un aspetto di me, un segmento dell’espressione di Me Reale Identità. Se invece è compreso come: sto osservando me stesso corpo fisico, allora è un ostacolo per la consapevolizzazione, perché potenzia l’abbaglio che il corpo sia il sé reale.

Alcune delle funzioni della testimonianza illuminante del corpo fisico sono:

- eliminare i meccanismi comportamentali nocivi, i modelli di reazione non in funzione del divenire veritiero;

- aiutare la disidentificazione dal corpo fisico, nobilitata dalla comprensione che va utilizzato in funzione del riconoscersi come Amore e del riconoscerSi come Testimone Assoluto;

- consapevolizzare come la percezione corpo fisico appare con l’attività sensoriale e scompare con la sua cessazione;

- maturare la capacità di concentrazione;

- trasformare l’eventuale negazione del corpo fisico (io non sono il corpo fisico, è un peso per me), in accettazione consapevolizzante del corpo (il corpo è un aspetto di me individuo, un segmento dell’espressione di Me Assoluto);

- integrare i processi emotivi e intellettivi con quelli fisici, ciò permette un maggior radicamento (che non è attaccamento) nella materia.

Durante la Consapevolezza integrale, il corpo è sperimentato come sottile forma irReale che appare nel Vuoto mentale.

Per aumentare la qualità del testimoniare il corpo fisico, possono essere utilizzate le seguenti richieste e affermazioni:

- Chiedo l’eliminazione degli ostacoli per testimoniare il corpo fisico.

- Mi apro a consapevolizzare il corpo fisico in me.

- Chiedo la maturazione della capacità di osservare l’esperienza corpo fisico.

- Abbandono l’esperienza corpo fisico alla Reale Identità.

Testimoniare le proprie emozioni e idee

Testimoniando qualitativamente le proprie emozioni e idee, le loro vibrazioni si armonizzano con le vibrazioni dell’Amore. Matura così la Presenza integrale ora-qui che riduce la tendenza a inseguire e subire emozioni e idee.

La massima qualità della testimonianza è il Vuoto mentale nobilitato dal Discernimento del Reale dall’irReale, quando il campo esperienziale è integralmente Amore e (praticamente) non ci sono pensieri. Si tratta dell’Amore che testimonia integralmente se stesso, totalmente indisturbato.

Nel senso ampio del fenomeno, il Vuoto mentale ci può essere anche con pensieri ed emozioni molto fini. In questo caso:

- le emozioni, leggermente diverse dall’Amore, sono testimoniate con qualità. Si osserva quietamente la loro formazione, durata e fine, nonché l’intervallo tra l’emozione appena finita e quella che andrà a manifestarsi;

- le vibrazioni dei pensieri, sono in armonia con la vibrazione Amore e si può osservare, con piena chiarezza, l’intervallo tra i pensieri e come questi si formano, durano e scompaiono, praticamente senza turbare la Pace. Durante l’intermezzo tra la cessazione di un pensiero e la comparsa di un altro, l’esserci produce in tutto sé la pura Conoscenza di esserci esente da pensieri, la è integralmente. Può così maturare la certezza che il suo stato primario non ha pensieri, cioè che per esistere non ha bisogno di pensare.

Questo diminuisce l’attaccamento al pensiero, caratteristico per l’individuo mediamente consapevole, che associa spesso l’esserci alla presenza di pensieri. Penso dunque sono è un’affermazione veritiera, perché senza l’esperienza di esserci non ci possono essere pensieri, ma:

- l’esperienza di esserci c’è anche senza pensieri, esiste a prescindere dall’attività intellettiva;

- l’individuo c’è anche durante il sonno profondo, quando l’esserci è silente, e durante l’Estinzione, quando l’esserci cessa temporaneamente.

- il puro esserci (Amore) implica l’assenza di pensieri.

- come Reale Identità si precede se stessi individuo, quindi ogni esserci.

La testimonianza illuminante delle emozioni e dei pensieri può essere fatta durante:

- la meditazione dinamica, quando si osservano durante le attività quotidiane,

- il sonno consapevole, che può essere stimolato con l’affermazione, da fare prima di addormentarsi: Mi apro a consapevolizzare le emozioni e i pensieri durante il sonno.

- la meditazione appartata, per esempio con i due esercizi che seguono.

Meditazione per consapevolizzare i pensieri

1) Dedico questa meditazione al Vuoto mentale.

Visualizzazione: terzo occhio, “guardando” dal centro del cervello verso il centro della fronte. Tempo: 1’-2’

2) Mi apro alla meditazione massima.

Visualizzazione: la testa. Tempo: 2’-3’

3) Mi apro a consapevolizzare i pensieri.

Visualizzazione: terzo occhio, “guardando” dal centro del cervello verso il centro della fronte. Tempo: minimo 10’. Durante la meditazione:

a) indirizzare i pensieri verso il terzo occhio,

b) far scendere i pensieri a cascata verso il centro del petto,

c) poi, testimoniare come i pensieri si creano, durano e scompaiono,

d) a seguire, consapevolizzare l’intervallo tra un pensiero e l’altro,

e) infine, prolungare al massimo gli intervalli, sino allo stato senza pensieri.

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