LA DEDIZIONE DEL GUERRIERO

Salve a tutti, sia ai belli che ai brutti, agli educati e a chi fa rutti, :-)
Allora, stavo scrivendo un post che come i precedenti si occupava di tecniche e discipline. Ne ho davvero un bel pò di cose da raccontarvi a tal proposito. Ma, mentre scrivevo cadono a terra un sei-sette libri da uno degli scaffali della mia libreria. Si vede che non erano stati messi bene. Mi alzo, vado a raccoglierli, e ritrovo un libretto che comprai e lessi anni fa, in una estate romana. Ci ero affezionato, perché erano giorni da coniglio bagnato quelli. Mura enormi mi soffocavano l'anima, la ribellione e il lavoro su di me appena all'inizio. Tante speranze, ma anche smarrimenti. Quel libretto aveva tante ingenuità in sé, l'autore è anche un tipo tutto a sé; ma in alcuni passaggi riusciva a trasmetterti qualcosa, a darti speranza, energia, voglia di restare in piedi. E il testo che vi invio era uno di quei passaggi. Non è neanche importante tanto la storia in sé e per sé, per quanto io la trovi significativa, ma il Simbolo che ci sta dietro, la parabola. Quando ti svegli pallido e le tue gambe sono fragili, questi assurdi e infuocati canti di devozione, queste teste che infrangono i muri, queste immagini di chi persiste anche nell'immensità del vento.. beh, ti fanno star bene. Leggevo quel testo e stavo a bocca aperta. Si, è una storia da folli, da matti da legare quella che leggerete, lo ammetto. Forse erano anche degli psicopatici?..:-). Eppure pensavo "chi ha mai visto tanta dedizione? Chi sa dirti una parola con dedizion? Chi sa spendersi così dissenatamente? Chi sa ammantarsi di tale assurda gloria?" Erano giorni quelli in cui ovunque volgessi lo sguardo vedevo solo e soltanto la Bestia Affata di Mediocrità. Depressioni a manetta respirava nella metropolitana e ti parlavano con voce strascicata "ah sì.. va bé.. si vedrà.. magari.. potessi.." E quando, per caso o per impudenza, mi imbattevo in tuoni che colpivano il mare, mi godevo lo spettacolo. Quacluno ancora capace di sfidare la vita, di giocarsi per qualcosa di grande o di splendido, di tale blasfemo amore posseduto da accendersi come un falò sulla spiaggia anche nell'inutilità di un atto, come scavare una buca..
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DEDIZIONE
La preghiera intima del Guerriero

Stuart Wilde

E' raro che incontriate una persona veramente devota. Quando è così trovate che è quasi sempre una persona di grande successo. La dedizione è la preghiera intima del guerriero o della guerriera. E' un modo per avere una concentrazione ferrea. Si diventa così attaccati e devoti alla causa che alla fine i desideri si materializzano. Il mondo è pieno di ostacoli. Se rivedete le vite dei grandi uomini e delle grandi donne che hanno attraversato il piano fisico, scoprirete che era la dedizione a renderli speciali. Essi perseverarono nonostante le avversità. Raggiunsero i loro scopi grazie al loro accanimento. Superarono le difficioltà sociali, fisiche e finanziarie e crearono il successo.

La Dedizione è vitale.

Voi dovete vivere la vostra vita come un guerriero e respirare le vostre ambizioni. Se siete apatici la Legge Universale risponderà apaticamente. Se mancate di coraggio, l'energia accanto a voi mancherà di coraggio. Se siete titubanti, la Legge Universale tituberà con voi.
(...)
Quando ero adolescente, avevo un amico che giocava a hockey su prato. Non era molto veloce e neppure molto agile, eppure in qualche modo era diventato ala destra, una posizione che richiede molta velocità nello sfrecciare su e giù per il limite estremo del campo. Ciò che questo ragazzo aveva di speciale era che, sebbene non avesse proprio il fisico giusto, aveva molta tenacia. Ogni volta che lui attaccava per avere la palla, non mollava mai (..). La piccola ala aveva una dedizione quasi perversa. Era anche incredibilmente abile. Quando aveva il possesso di palla, aveva un modo di correre che faceva perdere l'equilibrio agli altri. La palla restava attaccata al bastone come se fosse resina epossidica. Giocava facendo dei movimenti che nessuno aveva mai visto prima. Questa ala correva e correva e spesso batteva gli altri che erano più veloci di lui perché non si arrendeva mail. Era il capo cannoniere e un'ispirazione per la sua squadra. Fu scelto per un campo di addestramento della squadra nazionale inglese e alla fine divenne una delle miglioria ali del paese. Lo fece trascendendo la sua mancanza di velocità grazie alla dedizione, alla tenacia e all'abilità.

Quanto siete abili voi? Potete superare i limiti? Ci siete ancora quando gli altri hanno abbandonato? Se potete farlo, trionferete, perché la Legge Universale risponderà.
Avere dedizione è dire: <>
Il modo per sviluppare la dedizione è incominciare a dedicarsi strenuamente a se stessi. Questo significa concentrarvi sui vostri bisogni, concentrarvi sui progetti che vi danno piacere e prender tempo per constatare che voi siete qui sul piano terreno per sviluppare la vostra evoluzione
(...)
Molti abbandonano poco prima di vincere il primo premio. Poi si lamentano che la Legge Universale non li assiste, il che è un mucchio di idiozie. Se non avete ancora quello che volete, vuol dire che non siete ancora in viaggio. Potete essere vicini alla meta, ma essere vicini al miglior ristorante della città non vuol dire cenare. Voi dovete proseguire fino a quell'ultima gloriosa conclusione.

Otto anni fa, ero con un gruppo di circa quaranta ragazzi che avevano scommesso che in due giorni avrebbero scavato una buca grande come una casa, senza usare apparecchiature meccaniche. La buca doveva essere profonda circa un metro e venti, larga un metro e ottanta. era un sacco di terra da spostare. Con picchi e pale, iniziammo a scavare. Un buca. Dopo circa dieci ore cadde la notte, così sistemammo alla meglio alcune luci improvvisate e continuammo a scavare per tutta la notte. Circa alle quattro del mattino, incominciò a piovere. La buca divenne una pozza di fango. Lo sforzo di portare una carriola in superficie era atroce. Avevamo le ossa gelate e il nostro lavoro fu rallentato al minimo. Pareva che fossimo sconfitti.

Avremmo potuto lasciar perdere e la gente ci avrebbe comunque elogiato per averci provato, ma così avremmo perso e noi lo sapevamo. Poi, uno di noi trovò una corda e ci dividemmo in squadre da due uomini. Uno aveva la corda in vita a mò dimulo, l'altro spingeva la carriola. Usando questo metodo, potevamo portare in cima le carriole cariche di fango. Lavorammo fino all'alba e sebbene il sole lattiginoso del nuovo giorno in qualche modo riscaldasse gli spiriti, il compito sembrava ancora impossibile. Affrettandoci, lavorammo senza sosta. Trascendemmo il dolore e la fatica e scoprimmo di avere dentro nuovo fiato. A fine giornata, la pioggia si arrestò e noi scavammo la terra umida fino a giungere alla più maneggevole terra umida sottostante. Continuammo a usare il sistema del mulo, perché ci accorgemmo che si faceva prima ad avere uno che scavava e uno che trasportava, l'uno incoraggiando l'altro.
La coordinazione era sinfonica:quaranta uomini che andavano e venivano, agitando i picconi in uno spazio confinante, ciascuno estremamente consapevole dell'altro, ciascuno che sosteneva l'altro e tutti spinti da una dedizione a completare il lavoro.
Dopo quarantaquatto ore di scavi senza sosta eravamo ancora lontani dalla meta. Così, incominciammo a correre. Trscinavamo le carriore a trotto, correvamo da un lato della buca all'altro, senza pause, scavando sempre più velocemente. Man mano che accelleravamo i ritmi, l'eccitazione ci diede la forza per superare la soglia del dolore e scavare ancora più velocemene. La buca fu terminata, della giusta dimensione, dopo quarantasette ore e quarantatrè minuti. Finimmo l'impossibile con diciassette minuti di anticipo! Nessuno fu pagato: fu fatto per onore. Un mese dopo una escavatrice meccanica riempì di nuovo la buca.
LA DEDIZIONE: LA SOSTANZA DI CUI E' FATTA LA VITA!



3 commenti:

Anonimo ha detto...

é stano, perché io mi trovo in una condizione distante alla dedizione. A volte la dedizione non mi sembra altro che un sonno molto chiassoso. Perché dovrei mettere anima e corpo nelle cose? per sentirmi più grande? più grande di chi o cosa? Vedi gli atleti: anima e corpo, muscoli allo spasmo, concetrazione totale e poi.... VITTORIA!
e dopo?

Duncan ha detto...

Carissimo Anonimo, è davvero una domanda acuta e profonda la tua..
e il tempo di stasera è davvero stringente per darti la risposta che meriti.
Solo brevi cenni in attesa di un momento più congeniale. Si parte da una distinzione..
C'è Disciplina e Disciplina..
C'è Sogno e Sogno..
C'è Passione e Passione..
C'è Dedizione e Dedizione..
Anche quello dei Marines è un impegno sfiancante ma è anche una forma di abbrutimento e morte spirituale..
Così come tutte le grandi anime, conobbero momenti della loro vita in cui dovettero superarsi, passare attraverso lunghe e dolorose notti dove tutto era in gioco, e poi giorni di sudore, ma anche di coraggio e di passione.
E qualcuno disse, e gli dò ragione "Niente di grande è stato mai fatto senza passione"..
Io al posto tuo non mi preoccuperei di prendere la storia di Wilde (naturalmente non è Oscar .-) alla lettera.. ma di vederne il suo PARABOLA SIGNIFICAT.. le corrispondeze che essa può suscitare su angoli profondi del tuo essere...
Dedizione, nel suo volto luminoso, è non mero sfiancarsi.. né culto del successo o della "Vittoria", ma è un darsi incondizionato, un dedicarsi appassionato. Come quando sei davvero innamorato e non sei un ragioniere dei sentimenti. Non calcoli azioni e reazioni. Ma ti concedi, ti dai, vivi, ti immergi e ti esalti, senza risparmio. Anche quella è Dedizione..
E' un isieme di impegno, attenzione, cura, passione, intensità, affinità.. e tanto altro.. ma in questo caso si può proprio dire che la Somma dei singoli aspetti non copre appieno ciò che è Dedizione. In questa parola c' è qualcosa che va sempre oltre. Vero è che la nostra vita è fatta anche di momenti. Momenti di pura calma e di lasciar essere le nuvole che si muovono nel vento.. ma anche momenti in cui ti butti con tutto te stesso, getti il cuore oltre l'ostacolo.. e sei più grande della Vita.. a presto..

Anonimo ha detto...

Certo, capisco che non sia una questione di vittoria nel mondo dello sport. Ho fatto il commento a caldo; il tuo post mi ha ricordato gli anni del liceo, quando si giocava a calcio ed il professore elogiava i ragazzi più gritntosi, quelli che lottavano con maggior passione. Ho ripensato a quanto quelli fossero visibilmente lusingati da tale attribuzione, mentre io mi chiedevo quale fosse il valore reale di tale comportamento. Sono sempre stato attorniato da gente dedita a qualcosa in particolare. Chi cercava di estrarre il massimo dalla sua chitarra, tanto da confondersi con essa, chi si appassionava alla danza tanto da dimenticare se e gli altri. Chi si appasionava all' amore di coppia, cercando dallo struggimento più profondo alla propria ragion d' essere. E più osservavo tutte queste grandi passioni più mi sembrava di vedere nient' altro che castelli di sabbia e vento.
D' altronde mi sembra di aver capito che tu parli di dedizioni a cose ben più grandi e profonde di quelle da me citate. E son d' accordo in parte con te. Anche se credo che le poche cose vere, quelle per cui vale la pena vivere, non necessitino di grandi rigonfiamenti di petto perché hanno già in se la loro forza, e l' unica cosa che richiedono é il coraggio di essere scoperte. Ed é secondo me nella ricerca di tale coraggio che, più che mai, diventa importante la dedizione.

Questo per precisare da cosa è partito il mio commento. E rileggendo la tua risposta mi sembra che i nosrti concetti si integrino benissimo

a presto Duncan e grazie,


Stefano